LA CUFFIA DEI ROTATORI
: COME PREVENIRNE I TRAUMI
La cuffia dei rotatori è
un insieme di muscoli che svolge una funzione molto importante a
livello dell’articolazione della spalla, e la cui conoscenza è
importante soprattutto perché da un corretto allenamento della
stessa si ottiene la prevenzione, nonché la remissione (quando la
situazione non è troppo compromessa), e la riabilitazione della
“spalla dolorante del culturista”. I muscoli che compongono la
“cuffia” sono 4: sopraspinato, infraspinato, piccolo rotondo e
sottoscapolare. Questi muscoli svolgono la funzione di rotazione del
braccio e stabilizzazione della spalla. Il piccolo rotondo e
l’infraspinato sono i rotatori esterni, poiché svolgono attività di
extrarotazione del braccio. Hanno origine nella scapola e si
inseriscono nell’omero. La loro funzione, svolta anche dal
sottoscapolare è di tirare l’omero verso il basso contrastando così
l’azione del deltoide ed impedendo l’attrito eccessivo tra l’omero e
la spalla. Il sopraspinato invece impedisce che l’omero fuoriesca
verso il basso dalla cavità della spalla, anche detta cavità
glenoidea.
Quindi essi svolgono
azione di stabilizzazione dell’articolazione della spalla, troppo
frequentemente soggetta a traumi, che se non prevenuti o risolti
rapidamente assumono forma cronica, fino a portare a situazioni tali
da richiedere l’intervento chirurgico.
Vista
frontale Vista posteriore
Questi muscoli sono però
molto trascurati in un programma di bodybuilding; ...in effetti sono rarissimi quelli
che lo fanno, e questo perché? Per la mancanza di cultura
fisica....; sembra strano, ma per allenarsi coi pesi non è
sufficiente guardare quello che fanno gli altri, bombardati o meno,
o ciò che ci dice l’istruttore incompetente di turno (molto spesso
un tipo gonfio di steroidi, ma dal cervello fino...o almeno che non
ha bisogno di utilizzarlo perché per lui opera la chimica....),
bisogna STUDIARE....
Quando si solleva un peso
sopra la testa, si sottopone l’articolazione della spalla a un
notevole stress: ciò alla lunga causa dei danni e delle
infiammazioni al gruppo dei rotatori...quindi i danni avvengono non
all’improvviso, ma nel tempo. In genere si verifica una pressione
della parte superiore dell’omero nei confronti dell’acromio (parte
della scapola che copre l’articolazione della spalla) e ciò
determina l’irritazione dei muscoli del gruppo rotatorio e relativi
tendini (tendinite da compressione). Oppure può svilupparsi una
tendinite da calcificazione, sempre a causa del ripetuto stress
sulla regione in esame, fino ad arrivare, nei casi più gravi a delle
vere e proprie lesioni (distaccamento dei tendini).
Da questo
si capisce come sia importante contrastare questa azione di
elevamento dell’omero...ciò è proprio svolto dai muscoli della
cuffia, che hanno la funzione di coartare l’omero nella cavità
glenoidea controbilanciando l’azione del deltoide.
Inoltre
l’attenzione su questi muscoli è anche importante da un punto
prettamente estetico, perché contribuisce ad aggiungere massa sulle
parti laterali della parte superiore del dorso, migliorando anche la
simmetria della schiena.
L’ esecuzione di ogni forma di distensione, per le spalle o i
pettorali che sia, effettuata al multipower, quindi con movimento
guidato e traiettoria fissa è quanto di più sbagliato ai fini della
stabilizzazione della spalla, proprio perché non permette ai muscoli
stabilizzatori di lavorare in alcun modo: è la macchina che
stabilizza il posto in loro vece. Quindi per la parte superiore del corpo:
PESI LIBERI, NON MACCHINE.
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PRINCIPALI ESERCIZI PER
I ROTATORI ESTERNI
Rotazioni esterne con
manubri, busto in piegamento: si eseguono un braccio alla volta.
Iniziare con un manubrio da 2 kg, per poi progredire di 1 kg ogni 2
settimane, senza arrivare mai a superare gli 8/9 kg. Alla partenza,
il busto è a 90° e il braccio mantiene un angolo retto con il
tronco, mentre l’avambraccio forma un angolo retto col braccio: il
gomito è in alto, in linea con la spalla, mentre la mano che afferra
il manubrio è in basso verso il pavimento. Mantenendo l’angolo tra
braccio e avambraccio si ruota lentamente verso l’alto il braccio.
Poi si torna lentamente alla posizione iniziale.
Rotazioni esterne con
manubrio, seduto, con braccio abdotto a 90°: l’esercizio è simile al
precedente, con la differenza che ci sarà ovviamente meno tensione
nella fase finale del movimento, a causa del venir meno
dell’opposizione della forza di gravità quando il braccio è
completamente extraruotato. Il movimento parte col braccio alzato,
come nella posizione di max contrazione delle alzate laterali, ma
con l’avambraccio che fa un angolo retto col braccio. Si ruota
lentamente il braccio verso l’alto
Rotazioni esterne con
cavo basso, seduto, con braccio abdotto a 90°: è lo stesso identico
movimento del precedente, ma impugnando la maniglia collegata al
cavo. Il vantaggio è di mantenere la tensione anche nel punto finale
del movimento, proprio grazie al cavo.
Rotazione esterna, col
cavo basso, in piedi, braccio aderente al corpo: si afferra la
maniglia di un cavo basso, disponendosi lateralmente ai pesi col
piede destro, se il braccio che svolge la rotazione è il sinistro e
viceversa per l’altro braccio. Si effettua lentamente la rotazione
esterna del braccio.
Distensioni cubane: si
afferra un bilanciere con presa in pronazione (palmi rivolti verso
il corpo) e di ampiezza superiore alla larghezza delle spalle di una
misura tale da far mantenere all’avambraccio un angolo retto col
braccio. Alla partenza si tiene in questo modo il bilanciere
all’altezza della parte inferiore dello sterno, quindi si esegue, la
rotazione esterna delle braccia fino a che gli avambracci non sono
perpendicolari al pavimento e poi si effettua una normale
distensione del bilanciere sopra la testa. Quindi si torna facendo
il movimento inverso, lentamente, alla posizione
iniziale.
Alzata frontale, braccio
intraruotato: si parte afferrando un manubrio leggerissimo, con
braccio anteposto, intraruotato e abdotto a 45° circa, e si effettua
lentamente l’alzata frontale, fino a portare a portare il manubrio
all’altezza degli occhi. Si torna lentamente al punto di
partenza.
È consigliabile eseguire
2 esercizi a scelta tra questi 1 volta a settimana per 3 serie
ciascuno, di 10-12 ripetizioni... MAI FARLI ALL' INZIO DI UN WORKOUT
PER LA PARTE SUPERIORE
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